E’ noto che la pensione pubblica futura, soprattutto per i giovani, non sarà sufficiente a mantenere il tenore di vita ovvero a garantirci lo stipendio attuale al momento dell’età pensionabile.
Senza addentrarci in spiegazioni di tipo statistico, demografico e finanziario del perché la previdenza pubblica è oggi insufficiente, e dopo una prima spiegazione fatta nel precedente articolo, è facile da comprendere che l’allungamento della vita cioè un periodo maggiore tra l’ ingresso in pensione ed il passaggio a “miglior vita”, ed allo stesso tempo una minore natalità, sono fattori che hanno portato in crisi il “sistema a ripartizione“.
Quest’ultimo è il sistema pensionistico pubblico scelto in passato, in Italia, che si basa sulla distribuzione delle risorse raccolte dalle contribuzioni del lavoratori a favore dei pensionati. Ciò vuol dire che i propri contributi non venivano versati per garantirsi la propria pensione, ma per erogare la pensione di coloro che già sono nell’età pensionabile.
Da qualche anno con recenti riforme si è passati al “sistema a capitalizzazione“, in cui i propri contributi formeranno un montante finale cioè la pensione propria futura.
Per colmare comunque il gap, per quanto spiegato prima, ecco quindi che si è ricorsi al c.d. “secondo e terzo pilastro” ovvero la previdenza complementare e quella individuale che insieme a quella pubblica formano i c.d. 3 pilastri.
Precisiamo una cosa importante, in Italia, il sistema obbligatorio di base è il primo pilastro ovvero la previdenza pubblica, obbligatorio in quanto tutti i cittadini dal momento in cui iniziano a lavorare devono erogare allo stato (enti pubblici e privatizzati) i contributi.
Mentre la previdenza complementare è una forma pensionistica “libera e volontaria”, anche se in realtà si discute ad es. sulla libertà di destinazione del TFR (trattamento di fine rapporto, lavorativo), in cui l’adesione può avvenire in forma collettiva o individuale aderendo ad un Fondo.
Un fondo pensione consiste nella creazione di un capitale attraverso il versamento di contributi i quali vengono investiti nei mercati finanziari, secondo il metodo a capitalizzazione.
E’ uno strumento utile per tutti. Sia da chi lavora e chi no. Sia una persona adulta sia un neonato. E’ chiaro che per poter pensare al periodo del meritato riposo bisogna ovviamente lavorare e avere la possibilità di destinare una parte dei propri risparmi per la creazione di una pensione integrativa.
La partecipazione ad un fondo di previdenza complementare può essere suddiviso in 4 parti (adesione, contribuzione, accumulazione e prestazione). Nei prossimi articoli vi parleremo di queste 4 fasi….
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